Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


domenica 31 dicembre 2006

La speranza dell'anno che verrà

Il ricordo di un dicembre lieto, o quanto meno sereno è ormai sepolto dalla polvere della memoria, tanto il tempo che è passato...e non perchè sia vecchia (a breve timbrerò il tagliando del primo quarto di secolo) ma perchè è troppo tempo che manca dal calendario un dicembre senza scossoni, senza cattive notizie, senza preoccupazioni, ansie o lutti...insomma vorrei proprio che questo 2006 fosse l'ultimo anno a terminare in modo così triste e quasi privo di senso.
Stanotte non mi preoccuperò di che investito indossare, del luogo in cui stapperò la bottiglia di spumante o della cena che consumerò, la mia attenzione sarà dedicata tutta allo scorrere del tempo, alle lancette che virtualmente scandiranno lo scorrere di 12 mesi ricchi di emozioni forti, in cui spesso la bellezza di un evento è stata annebbiata dal susseguirsi di cattive notizie.
Lascio alle spalle un anno faticoso, fisicamente e moralmente, di studio matto e disperato conclusosi però con una tesi e una prof che mi hanno entusiasmato.
Un anno di incomprensioni e litigi familiari che neanche il 31 dicembre hanno lasciato spazio ad una tregua, ma ansi hanno ulteriormente riempito di amarezza gli animi.
Un anno di amicizie maturate all'ombra di un comune sentire e di una reale condivisione di intenti e di emozioni, che oggi vede nelle persone di Manù, Rob, Enrica, Francesca, Maris e Gianluca, la compagnia più adatta al mio personale viaggio di pellegrina del mondo.
E' stato un anno ricco di imprevisti, ma anche di progetti importanti, come quello di una promessa di vita di coppia in comune, poco condivisa da chi sostiene di volermi bene, ma sostenuta da chi mi è accanto nella quotidianità delle piccole scelte, e rafforzata dall'amore vero, intenso, sincero e paziente di Marco, l'altra metà del mio cielo.
Un anno di cadute e di avvenimenti che impongono riflessioni serie sull'importanza e sull'attenzione alle persone prima che alle cose, nonchè del valore di un servizio che a volte preggiudica l'esistenza stessa di chi vi si era dedicato...
Cercare di fare un bilancio di quanto accaduto quest'anno, e soprattutto nell'ultimo mese, è quanto mai complesso e forse anche azzardato...tutto sommato mi manca anche il desiderio e la forza per la pesantezza che oggi mi affanna.
Vorrei solo che queste ultime ore di demilasei corressero veloci e lasciassero spazio ad un'aurora più luminosa e piena di SPERANZA, alla possibilità dell'inizio di un cambiamento più radicale e autentico di sè stessi e di ciò che ci circonda.
Chissà se il nuovo anno, fermo alla stazione del 2007 mi sta ascoltando...

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