Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


venerdì 29 dicembre 2006

L'isola che non c'è...più!

Qualche giorno fà nello sfogliare la mia casella di posta elettronica mi sono imbattuta in un'e-mail che sembrava narrare di una storia surreale, di quella che si raccopntano ai bambini prima di andare a dormire. La mail mi ragguagliava circa la scomparsa di un'isola abitata, sommersa dal mare, alla vigilia di un Natale come tanti. L'isola si chiamava Lohachara, ed era situata nel Golfo del Bengala, precisamente nella zona di Sundarbans in India dove Gange e Brahmaputra sfociano nella Baia del Bengala.
Una favola un po' catastrofica certo, ma pur sempre una favola, mi sono detta...al massimo una bufala giornalistica, di quelle buone per alimentare la fantasia di un regista e farci su un bel film pieni di effetti speciali e profezie apocalittiche sul fuuro che ci attenderà sarà, un po' alla
Cassandra Crossing. D'immprovviso mi sono invece resa conto che la notizia era VERA, riportata solo dal Tg 3 delle 14.20 di ieri, forse come titolo di coda da qualche quotidiano, e magari in qualche altra parte dell'infinito web, quasi fosse una notiziola da due soldi, una strenna natalizia di buon augurio per l'anno che verrà. MA E' UNA CATASTROFE, o quantomeno il SEGNO DI UNA CATASTROFE ANNUNCIATA...e a stento qualcuno di noi se ne rende conto. Non è la prima isola ad inabbissarsi per effetto del continuo innalzamento del mare causato dal surriscaldamento del nostro pianeta, ma è la prima ABITATA, e gli abitanti hanno dovuto abbandonare tutto per aver salva la vita, visto che la mutazione instantanea in pesci non si è verificata. La scomparsa di Lohachara segna il momento in cui una delle più apocalittiche previsioni degli ambientalisti e degli scienziati del clima inizia ad avverarsi. Il mare continuerà ad alzarsi, ingoierà intere nazioni composte da isole, dalle Maldive alle Marshall, inonderà ampie aree di altri paesi, dal Bangladesh all’Egitto, e sommergerà grandi porzioni di città costiere. A farne le spese saranno, come sempre, i paesi meno responsabili di questa tragedia annunciata, mentre noi del Nord del Mondo, i veri responsabili, con i nostri gas serra, i nostri consumi sfrenati, i nostri inquinamenti, aspetteremo che la catastrofe ecologica arrivi a sfiorare il nostro Occidente prima di sentirci in dovere di fare qualcosa, fosse anche solo INTERESSARSI!
Perchè la scomparsa di Lohachara non passi così inosservata, fatevi un giro su www.eddyburg.it/article/articleview/8016/0/129/ e se ritenete che due minuti del vostro tempo possano essere spesi per far conoscere questa assurdità del nostro tempo, fate girare questo post.

"La biforcazione di fronte alla quale ci troviamo ci pone non il dilemma tra crescere e non crescere, ma quello tra due tipi di "sviluppo". Lo sviluppo della potenza - è questo che chiamiamo crescita - e lo sviluppo della coscienza. E' questo che vorremmo chiamare, più propriamente sviluppo"
Giorgio Ruffolo, in Lo sviluppo dei limiti, Laterza 1994

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