Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


martedì 13 marzo 2007

La trasformazione dei luoghi (ovvero se l'Old Pub e il Bar Tony si mettono il vestito della festa)

Un po' di tempo fa ho ripercorso lo "struscio serale" di strade che rappresentavano per me adolescente l'inizio e la fine del mio altrove fisico, il luogo degli incontri e degli scontri di passeggiate brevi eppure interminabili, così ripetitive e ogni volta diverse, solo perchè erano i miei occhi a sperare di vedere un'improvviso cambio di direzione.
Lungo questi brevi tragitti esistevano un paio di locali ed un bar che nell'immaginario collettivo racchiudevano il meglio e il peggio di una serata, i desideri inespressi per l'esito di un'appuntamento, i luoghi simbolo delle prime sbronze e dei primi filoni mattutini. I locali in questione erano una vecchia pizzeria, un Pub molto effetto bettola unta, e un bar con doppio ingresso, uno appunto per i filonari, e l'altro per i consumatori abituali.
In quel ripercorso struscio a cui prima accennavo, mi accorsi dell'improvvisa chiusura dei tre totem sovracitati, o meglio della sostituzione della vecchia pizzeria in nuovo patinato e colorato locale per pizza da asporto, la chiusura per rinnovo locale del Pub, e l'annunciato cambio gestione del Bar...di colpo nel medesimo istante mi sono passati davanti gli anni del liceo e i primi due anni di Università, quasi come fossero distanti anni luce da me, e ormai destinati ad appartenermi quanto un cambio gestione qualunque!
Ma il destino è stato clemente...ha permesso che il Bar Tony riaprisse (l'evento si è verificato da poco e ha rappresentato per me il riaccendersi di una fievole lanterna sul passato, quasi a dire che non è ancora così lontano) e per giunta con il cambio di gestione consistito nella trasmissione dell'attività dal padre al figlio, e che l'Old Pub si risvegliasse dalle sue ceneri un po' più ringiovanito e meno bettola...anche se a me piaceva più prima, quando il pizzaiolo che aveva trascorso la sua infanzia ad Oxford urlava a chi aspettava la propria porzione di patatine: " 'a patata!!!! " Ti faceva sentire per un'attimo al centro di un universo parallelo!!! :-)

domenica 4 marzo 2007

Così è...se vi pare

Di recente ho rivisto la messa in scena pirandelliana che dà il titolo al mio post di oggi, e che mi ha condizionato gran parte dei giorni a venire per diversi motivi, che cercherò brevemente di raccontarvi. Sto lavorando - gratis, è ovvio- in uno studio di architettura stimato, allegro, e senza alcun dubbio anomalo tanto per il piacevole clima di ironia e surrealismo che si respira, tanto che per i diversi attori che animano di fatto questo clima. Tra i tanti, c'è una persona che in apparenza mi è parsa di gran classe, raccomandata dalla famiglia benestante, che vive senza fare concretamente alcun tipo di lavoro, percependo in ogni caso un guadagno anche se evidentemente non meritato, ma che gli permette una vita agiata. Ben presto mi è stata svelata la verità dagli altri lavoratori - questi sì oggettivamente lavoratori - riguardo alla presunta instabilità della mente della persona che tanto mi aveva impressionata...a loro dire è pazza, o meglio, è un pallista cronico al punto di essersi convinto egli stesso delle sue bugie e vivere in due mondi paralleli.
La rivelazione mi ha lasciata interdetta, e a distanza di giorni ancora oggi stento a credervi, in bilico come sono tra l'impressione e la presunta verità rivelata, ogni volta che il nostro ci fa visita nello studio, io mi compoprto come meglio credo e quindi normalmente con il dubbio su chi sia il mio vero interlocutore.
L'apparenza e la verità, quanto è facile confonderle e quanto difficile è capire dove finisce l'una e inizia l'altra. La verità, quanto è difficile trovarla, e forse anche cercarla, e quanto poco a volte ha a che fare con la razionalità. E quindi mi sorge un dubbio: chi può affermare con assoluta certezza ciò che è vero o ciò che è falso? Chi può distinguere il sano di mente dal folle? Come si può affermare che il folle abbia mano ragione del sano? E in fondo chi ci assicura che essere normalmente razionali, conformemente a ciò che il senso comune etichetta come normale, sia poi oggettivamente sano e logico, rispetto all'essere un po' folli?
Come colonna sonora di questo ragionamento varrebbe la pena ascoltare Simone Cristicchi in "Ti regalerò una rosa", forse ci aiuterebbe a vedere le cose in modo diverso... e magari si potrebbe concludere con il monologo finale di un'alltra messa in scena teatrale...Ditegli sempre di si...






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