Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


domenica 4 marzo 2007

Così è...se vi pare

Di recente ho rivisto la messa in scena pirandelliana che dà il titolo al mio post di oggi, e che mi ha condizionato gran parte dei giorni a venire per diversi motivi, che cercherò brevemente di raccontarvi. Sto lavorando - gratis, è ovvio- in uno studio di architettura stimato, allegro, e senza alcun dubbio anomalo tanto per il piacevole clima di ironia e surrealismo che si respira, tanto che per i diversi attori che animano di fatto questo clima. Tra i tanti, c'è una persona che in apparenza mi è parsa di gran classe, raccomandata dalla famiglia benestante, che vive senza fare concretamente alcun tipo di lavoro, percependo in ogni caso un guadagno anche se evidentemente non meritato, ma che gli permette una vita agiata. Ben presto mi è stata svelata la verità dagli altri lavoratori - questi sì oggettivamente lavoratori - riguardo alla presunta instabilità della mente della persona che tanto mi aveva impressionata...a loro dire è pazza, o meglio, è un pallista cronico al punto di essersi convinto egli stesso delle sue bugie e vivere in due mondi paralleli.
La rivelazione mi ha lasciata interdetta, e a distanza di giorni ancora oggi stento a credervi, in bilico come sono tra l'impressione e la presunta verità rivelata, ogni volta che il nostro ci fa visita nello studio, io mi compoprto come meglio credo e quindi normalmente con il dubbio su chi sia il mio vero interlocutore.
L'apparenza e la verità, quanto è facile confonderle e quanto difficile è capire dove finisce l'una e inizia l'altra. La verità, quanto è difficile trovarla, e forse anche cercarla, e quanto poco a volte ha a che fare con la razionalità. E quindi mi sorge un dubbio: chi può affermare con assoluta certezza ciò che è vero o ciò che è falso? Chi può distinguere il sano di mente dal folle? Come si può affermare che il folle abbia mano ragione del sano? E in fondo chi ci assicura che essere normalmente razionali, conformemente a ciò che il senso comune etichetta come normale, sia poi oggettivamente sano e logico, rispetto all'essere un po' folli?
Come colonna sonora di questo ragionamento varrebbe la pena ascoltare Simone Cristicchi in "Ti regalerò una rosa", forse ci aiuterebbe a vedere le cose in modo diverso... e magari si potrebbe concludere con il monologo finale di un'alltra messa in scena teatrale...Ditegli sempre di si...






2 commenti:

  1. Osserviamo un pazzo e pensiamo "È pazzo". Ma qual'è la definizione di normale? La lingua italiana ci insegna:

    Normale
    Che è di norma, che corrisponde alla norma; solito abituale: persona normale, che si comporta come i più

    Se i più fossero pazzi sarebbero loro i normali e chissà se ci giudicherebbero normali.
    L'uomo comune sa quando è stanco, sa quando è stressato. Sa quando ama, sa quando odia. Sa quando uccide, e sa chi è pazzo...e se sapesse anche quando è pazzo? Per me:
    L'esaurimento e la pazzia sono il primo stadio di una perfetta ed alquanto esilarante razionalità, perché sei pazzo e sai di esserlo.

    Ps. Complimenti per il blog. Bel nome, bella struttura, di facile leggibilità. Tonalità di colore in perfetta armonia con le immagini ed il resto del contesto.

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  2. Grazie per l'inaspettato post!Non credo di sapere chi sei, cmq grazie davvero...probabilmente è meglio coltivare sempre un po' di "sana follia" piuttosto che omologarsi alla massa!

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