Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


giovedì 27 settembre 2007

Vico III Cisterna dell'Olio...

Vico III Cisterna dell’Olio c’era un omino, magro, vecchio, più di quanto fosse la sua età, uno sgarbato fumatore incallito, il naso grosso, gli occhi perennemente assonnati, le dita colorate fra il giallo del fumo e le macchie di inchiostro di cartuccia, unico compagno di strada capace di sopportare i suoi mutamenti di umore e i suoi modi al limite dell’educazione, un malconcio cangattozoccola (così detto perchè si comportava come un cane e mangiava principalmente formaggio) di nome Tommaso.
Vico III Cisterna dell’Olio era la prima tappa mattutina di molti studenti di Architettura: da un cancello di metallo pesante, attraversando una scala stretta e pericolante, si cercava di entrare in una stanzetta umida, gialla e fumosa, dove la folla di giovani assonnati e ubriachi di attesa faceva capolino dall’uscio. Al citofono si rispondeva a turno, e il buongiorno più che un saluto augurale, era segno equivalente ad un “presente”, e all’inserimento in un immaginario elenco di prenotazione! Si barattavano dwg per plt, nella speranza che il masto non si rendesse conto dell’errore, si trepidava nell’attesa di veder uscire da uno dei tanti il plotter la tua tavola stampata, chiara e meravigliosa come l’avevi pensata e non come frutto di una nottata in bianco passata davanti al pc!
Vico III Cisterna dell’Olio dove anche i miracoli potevano accadere, dove si festeggiava per un esame andato bene, o si trovava conforto per uno andato male…dove una bacheca di sughero spento si colorava ogni giorno un po’ più di rosso, confetti, bomboniere, pupazzetti per ringraziare chi aveva contribuito con la pazienza, le levatacce, le tavole stampate all’ultimo minuto, i caffè delle tre del pomeriggio, la pasta riscaldata nei contenitori di alluminio, le Diana ammonticchiate nei posacenere, le e-mail con allegate le raccomandazioni per un lavoro buono, celere ed economico!
Vico III Cisterna dell’Olio… ero lì quando a quell’omino amorevolmente sgarbato venne telefonicamente diagnosticato un cancro…quando d’improvviso sembrò smettere di fumare, per il breve tempo della chemio, per poi riprendere non appena la situazione si manifestò inequivocabilmente irreparabile e non più arginabile…
Vico III Cisterna dell’Olio…dimostrare affetto e preoccupazione ad un omino come lui era quanto mai improbabile e improponibile, era la sua vita, la sua storia, la sua scelta, bisognava rispettarla e magari sforzarti di comprenderla, alternativa non ne avevi ed era inutile cercarla. Salvatore o lo odiavi e ne fuggivi, o affettuosamente lo accettavi, con i suoi torvi sguardi, le sue imprecazioni contro Dio e contro gli uomini, ma anche i suoi gesti di generosità inaspettata, e perciò stupefacente!
Vico III Cisterna dell’Olio ha ospitato Harry Plotter, il maghetto del computer e il plt filosofale per l’ultima volta nel gennaio del 2007…l’ho scoperto solo oggi da chi, solo fisicamente cerca di fare il suo mestiere, ma nei fatti non ne ha il carattere, ma del resto come e chi potrebbe averlo?
Ciao giovane vecchietto, scusami se te lo dico solo adesso e con un po’ di ritardo…non è stata responsabilità del tempo e della lontananza, ma solo del mio cuore distratto e disorientato.

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