Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


martedì 23 ottobre 2007

Quando il cioccolato scende in piazza...

Non mi sono ancora completamente ripresa dal freddo e dalla stanchezza dello scorso weekend, che già sono qui rannicchiata su una sedia a buttare giù un po di impressioni ancora tiepide in contrasto con clima pseudo invernale, su ciò che è stato Altrocioccolato in quel di Gubbio...del resto meglio stanchi e felici, che riposati e piatti...o no? Considerando poi che il mio è un umore altalenante, che qualcuno osa definire lunatico, ma io preferisco apprezzare come versatile e molteplice, vorrei cercare di spremere queste poche ore sottratte al mio sonno per raccontarvi che un mondo diverso è possibile realizzarlo anche grazie a tanta dolcezza.
In concomitanza e in netta contrapposizione alla sfilata delle multinazionali del cioccolato e del cacao in generale ospitata a Perugia, a Gubbio si è degustato, ballato, suonato e promosso un altrocioccolato possibile dal sapore doppiamente buono, perchè giusto nella filiera di produzione, e perchè frutto ancora di una ricetta naturale e biologica: dove le fave di cacao, la pasta di cacao, il burro di cacao lo vedi e lo senti non soltanto compresso negli "aromi naturali" o nelle imagini sulle confezioni patinate...ma nel cioccolato puro, vero, e arricchito solo da spezie o noci, da zucchero di canna o da caffè...insomma un cioccolato da far scendere in piazza, che ha voglia di riscattarsi l'identità perduta o offuscata, quasi come un popolo indigeno che vuole riappropiarsi di se stesso senza che un popolo colonizzatore ne modifichi le usanze, la cultura, le forme...un cioccolato quasi sul fronte della rivoluzione...dolce, ma sempre rivoluzione è!
E noi da che parte stiamo?
Io marcio con l'Altrocioccolato!

mercoledì 17 ottobre 2007

Alla periferia di un territorio anisotropo...

Sono da ormai quasi un mese pendolare tra il Nord e il Sud della penisola, tra Venezia e Avellino, più rauca e infreddolita che mai, più stimolata ed entusiasmata del corso che sto facendo, ma purtroppo aihmè convinta che la pianificazione partecipata si fa bene solo dalla Toscana in sù!
Ma in fondo in fondo forse lo sapevo già...o almeno l'avevo messo in conto!
Tra i vari relatori, il
prof. Laino mi ha però fatto respirare un po' di aria buona in mezzo a tanto smog! I riferimenti della sua formazione personale e professionale mi hanno fatto sentire meno straniera nel mondo e meno straniera a me stessa...non capita spesso di sentir parlare un architetto-urbanista-napoletano-che si sforza di fare partecipazione a NAPOLI-impegnato nel sociale-proveniente da un ambito cattocomunista-che cita tra i suoi riferimenti Geddes accanto a Don Ciotti-che ti viene a raccontare di un nuovo modo di vedere e di vivere il mondo, anche e soprattutto dal lato dell'architetto-urbanista.
Uno che ti sconvolge un attimo con il concetto di territori anisotropi, complessi, mutevoli nei tempi e nelle forme, in netto contrasto con la logica di territori isotropi, omogenei, razionali, scomponibili in elementi semplici, analizzabili con pratiche tradizionali, le cui mutevolezze possono risolversi con la più logica e razionale delle soluzioni precostituite, in cui conflitto, trasformazioe, interazione sono concetti astratti e non ascrivibili alla pianificazione territoriale.
Un concetto così a prima vista lo giudichi come frutto di una riflessione-teoria puramente universitaria-accademica, e ci metti tempo a capire che invece è un'altra chiave di lettura possibile di questo mondo, e forse è quella giusta...territori anisotropi , perchè è l'anisotropia fa sì che un determinato oggetto assuma caratteristiche dipendenti esclusivamente dalla direzione lungo la quale esse sono considerate, e solo così è possibile spiegare come la direzione globale, interdisciplinare, complessa, incoerente e mutevole verso cui i nostri territori viaggiano, nella realtà ridefiniscano continuamente e nuovamente le loro stesse carattetteristiche.
Una boccata d'aria pulita quando ormai pensavi di non ricordarne più il gusto, e non così lontano da te, non dalla Taoscan in su, ma in una campania distorta...in una delle tante periferie di questi territori anisotopi...

Sei il viaggiatore ...

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