Credo nel potere che ha l'immaginazione di cambiare il mondo,
di liberare la verità dentro di noi,
di cacciare la notte,
di trascendere la morte,
di incantare le autostrade,

di propiziarci gli uccelli,
di assicurarsi la fiducia dei folli.


(James G. Ballard)


domenica 25 febbraio 2007

La nostra Bottega si veste di nuovo!

In questo weekend la nostra bottega ha ufficialmente innaugurato la nuova sede (due locali più giù...) con tanto di benedizione e successivi (incredibile a dirsi) acquisti vescovili! I bottegai più "intimi" avevano in realtà già ricevuto la loro personalissima e autentica benedizione...quella di Padre Alex Zanotelli, che venerdì pomeriggio dopo aver partecipato ad un convegno sull'acqua organizatto dai PRC di Avellino, si è fermato nei nostri nuovi locali per bene-dire con la sua testimonianza di speranza tutti noi bottegai, il lavoro che ci aspetta e il luogo in cui cercheremo di svolgerlo al meglio delle nostre capacità! Grazie P. Alex, e grazie a tutti coloro che con la perseveranza e la follia dei sognatori hanno scommesso su questa nuova e importante sfida per la nostra piccola proincia!

mercoledì 21 febbraio 2007

"Cenere sei e cenere diventerai" ovvero "Se il panettone ce lo siamo ingoiato a forza, l'uovo di Pasqua non abbiamo neanche avuto modo di guardarlo!"

Il Governo Prodi è caduto!E' stato battuto per due voti al Senato, DUE VOTI di due scemi irresposnsabili che non hanno chiaro ancora il danno che hanno arrecato a questo stivale malandato!
Prodi è caduto, e comunque ci si rialzerà da questa scivolata - Prodi bis-bleah, governi tecnici o quant'altro la politica italiana si inventerà nei prossimi giorni - io, povera elettrice del centrosinistra provo a scorrere velocemente questi stentati 9 mesi di politica e mi accorgo che:

  1. Le tasse sulle spese sanitarie e quelle comunali o più in generale locali sono aumentate;
  2. Già rimpiango Bersani, che è stato uno dei pochi a lavorare bene contro le corporazioni e per liberalizzazioni serie e a vantaggio del bene comune, e temo che mai riuscirò a non pagare i costi di ricarica della mia prepagata;
  3. D'Alema sarà anche il più intelligente di tutti. ma secondo me porta sfiga;
  4. Se si fossero impegnati la metà di quanto si sono battuti per i DICO, anche su cose un po' di più largo interesse, tipo la LEGGE SUL CONFLITTO DI INTERESSI e la RIFORMA DEL SISTEMA TELEVISIVO, forse ora non sarei terrorizzata all'idea di rivedere Berlusconi a capo di governo, o peggio ancora di una nuova bicamerale;
  5. Vedi tu se per due che si chiamano Rossi e Turigliatto dobbiamo trepidare per ciò che sarà della nostra povera Italia!
Niente Uova di Pasqua solo Cenere!

sabato 17 febbraio 2007

Il peso della coerenza

Stamattina è una di quelle che iniziano storte, che ti svegli e sebbene sai che devi fare una marea di cose, ti passa la voglia e ne perdi il senso. Così resti in pigiama fino a quest'ora e scrivi un post scemo sul blog solo per dar voce ad uno sfogo strano, di quelli senza voce e pieni di gesti. Ieri sera si parlava di coerenza, più che altro verso se stessi piuttosto che verso un ideale o un credo, e stamattina mi sono svegliata con un senso di nausea verso le migliaia di parole che diciamo e che neanche sappiamo bene che vogliano dire. Coerenti verso se stessi, come si fà ad esserlo se non si è mai sicuri del tutto di chi siamo davvero? La coerenza dei gesti rispetto alle parole, o meglio il contrario: delle azioni rispetto ai discorsi...chi ci riesce davvero? Ok mi si può obiettare che almeno ci si prova, uno fa del proprio meglio...mi domando cosa succede però quando nell'essere se stessi intervengono le richieste degli altri. Ok il pensiero è un po' contorto, ma stamattina và così, quindi portate pazienza e sforzatevi, se vi và, di capire quel che voglio dire.
Dall'incontro con l'altro inevitabilmente ci si trasforma un po' dentro, perciò c' è un po' di gente saggia che dice che "siamo la gente che incontriamo" il che è una cosa buona, ottima fino a quando uno non si perde...fino a quando le persone che si è incontrato nella propria vita ti sconvolgono quella che porima era solo la tua vita. Intendiamoci, non mi terrorizzano gli sconvolgimenti, ma essendo la prova vivente di alcuni sconvolgimenti più o meno consistenti, vi dico che non sempre uno sa come prenderli o gestirli, e quindi non sempre siamo di fronte ad un impatto positivo! La coerenza in tutto ciò che c'entra? C'entra perchè nelle nostre continue trasformazioni a volte non sappiamo più chiederci a cosa dovremmo essere coerenti, a noi stessi certo, ma in continuo divenire e trasformarsi. Per cui potrbbe accadere che qualcosa che per noi era un valore prioritario, a cui far riferimento in ogni azione, diventi secondario o scomparire in un dato momento storico...e che sogni, speranze, impegni per cui ci siamo spesi diventino progetti ingombranti, pesanti...da qui il senso mutevole di una coerenza che diventa peso... Vabbè forse 'sto post non ha capo nè coda, ma vi ho già detto che stamattina và così...prendetela come viene, come sfogo incoerente... ;-S

mercoledì 14 febbraio 2007

M'illumino di meno

Il 16 febbraio 2007, anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto, Caterpillar, per il terzo anno consecutivo, ha lanciato la giornata nazionale del risparmio energetico dal titolo M'illumino di meno, quest'anno diventata internazionale.L'obiettivo che ci si prefigge è quello di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta.
L'invito rivolto da Massimo Cirri e Filippo Solibello è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 16 febbraio 2007 alle ore 18.
Nell'attesa di illuminarci di meno, vi riporto il decalogo di Caterpillar, utile per tutti i giorni dell'anno, non solo per il 16 febbraio!

Buone abitudini per il 16 febbraio (e anche dopo!)

1. spegnere le luci quando non servono

2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici

3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l'aria

4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l'acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola

5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre

6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria

7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne

8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni

9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni

10. utilizzare l'automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.

domenica 11 febbraio 2007

Stagioni

E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all'asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...
E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l'età che s'invola...
E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
di andare e restare...
E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina...
E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...
E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto...
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
che sogni gestire...
Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande...
I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...
Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato... "
E un giorno, Francesco Guccini - Stagioni, 2000

Quando il nemico è quello sbagliato

Oggi è il giorno del ritorno, dell'autoanalisi coscienziosa e finalizzata al miglioramento di se stessi, della revisione personale dei modi di operare, del cammino che si intende compiere e soprattutto del come e del con chi si intende percorrerlo.
Qualcuno mi ha detto che otterrei molto di più con la dolcezza piuttosto che attaccando come un cane rabbioso che spesso rischia di mordersi la coda più che fare i suoi interessi...la dolcezza forse non mi appartiene, e mio malgrado devo ammettere che mi calza meglio il senso di insofferenza e di fastidio, che riesco mirabilmente ad esprimere in ogni forma, gesto e misura...
Ma dall'insofferenza e dal conflitto non nasce niente di buono, ce lo insegnano più in generale i conflitti bellici in atto e trascorsi, e più in particolare la qualità delle realzioni che si intessono in questo modo, per lo più pessime, e la qualità della vita propria e di chi ci è accanto.
Mi arrabbio pensando che gli aspetti del carattere di mio padre che meno sopporto, si stanno inevitabilmente e involontariamente riflettendo nel mio, mi innervosisco verificando che l'atteggiamento di soggezione e di perenne senso di colpa (che cosa ho fatto questa volta?) che l'altro uomo della mia vita provoca in me e in chi gli è vicino, lo induco io stessa in chi mi ama e in chi mi vive accanto...mi arrabbio perchè non some come porvi rimedio, quasi come se fosse un corpo estraneo venuto ad abitare nella mia anima senza che rendermene conto, senza aver chiesto permesso, che vive alle mie spalle e mi trasforma in chi meno apprezzo.
Eppure so che esiste il modo per mitigarmi, per migliorarmi, aggiustare il tiro e tirar fuori il meglio di me stessa. Provo a cominciare oggi, con i primi due mea culpa: uno rivolto all'altra metà del mio cielo, l'altra ad una ragazza che mi vul bene e che a stento riesco a tollerare...
...perchè in fondo lo so anch'io che per vivere bene la vita bisogna cercare di trarre il meglio dagli imprevisti che ci capitano; che una rabbia che non si trasforma in indignazione e quindi in azione, inevitabilmente finisce con il trasformarsi in frustrazione; che è meglio allearsi con chi ci ama, perchè di nemici ce ne sono già troppi e non occorre crearsene di nuovi; che uno scontro, un conflitto non finalizzato al miglioramento di chi ne è coinvolto, non serve a niente...
...ora c'è solo da passare dalla conoscenza all'applicazione di essa...solo...vabbè si dice che chi ben comincia è alla metà dell'opera... :-)

martedì 6 febbraio 2007

Ho un Sogno

È un periodo di grande confusione personale, dove poche sono le certezze che fanno da fondamenta alla mia vita, mentre molti sono i dubbi, i timori, le tensioni e le incomprensioni. Uscita dalla Federico II le alternative in questa provincia sono poche e ben ancorate ai poteri forti o alle posizioni dominanti di architetti più o meno noti. Per riuscire ad acquisire esperienza altro non resta che sperare, nel primo caso, in una simpatia politica che ti inserisca abusivamente in un’amministrazione pubblica, e nel secondo in una mano e voce amica che ti indirizzi verso uno studio che possa accoglierti per un periodo di tempo più o meno lungo e nel migliore dei casi insegnarti qualcosa di utile e serio senza doverne pagare le lezioni, o nel peggiore spremerti come un limone per farti fare parte del lavoro che spetterebbe all’architetto capo e che comunque sarà lui a firmare a di cui si attribuirà oneri e onori.
Le scelte e le prospettive sono perciò poche e annebbiate, ma nel mio caso in parte rischiarate da una fievole speranza, grazie alla mano e alla voce amica che ha saputo indirizzarmi verso qualcuno che forse potrà arricchire la mia acerba preparazione ed esperienza e liberarmi dall’alternativa un po’ schiavista di un occupazione senza onori trovata per caso sfogliando le pagine gialle, permettendomi inoltre di coltivare ancora per qualche mese l’illusione di un sogno di un mestiere da inventare e nel Sud Italia poco conosciuto e valorizzato, quello del
planner. Un’aspirazione, un’utopia difficile da spiegare e da far capire anche a chi mi è accanto e mi comprende più di chiunque altro, e che talvolta mi fa sentire come un sordomuto che non conosce il modo per farsi comprendere da chi riesce ad ascoltare e a parlare nel linguaggio comune e convenzionale. La difficoltà di comunicazione e di spiegazione và in ogni caso superata, per non sentirsi prigioniera di pensieri e ideali complessi per poter essere tramutati in parole, più di quanto già ci si senta prigioniera di un sogno che appena nato non riesce a respirare perché l’ambiente intorno manca di ossigeno. Come fare allora? È come quando provi un’emozione troppo forte da essere esternata, come quando ti innamori e noi sai come spiegare questo sentimento al mondo e forse neanche a te stesso...e allora cerchi qualcosa, qualcuno che sia stato in grado di esprimere quel tuo stesso sentire. Fai un esercizio di riconoscimento nelle parole, nei gesti e nelle opere di altri di quel che tu hai nell’anima e non riesci a tirar fuori, a decodificare per renderlo chiaro, visibile a tutti…quando poi il riconoscimento avviene, preso dall’entusiasmo ti comporti un po’ da ladro: prendi in prestito dall’autore i suoi scritti, le sue espressioni e le fai tue per un po’ di tempo, te ne appropri senza chiedergli il permesso, e intimamente ti giustifichi sostenendo che se l’uso è a fin di bene e non distorce il senso, il significato, l’intento dell’autore, forse lui non se ne avrà a male! Ciò detto mi approprio indebitamente della Lezione Introduttiva del Prof. Edoardo Salzano per l’Anno Accademico 2006 – 2007 del Corso di Laurea in Scienze della Pianificazione Urbanistica e Territoriale dell’Università IUAV di Venezia…qui ne riporto alcuni stralci, sperando che se mai il Prof. Salzano dovesse accorgersi del furto, sarà comprensivo e indulgente assolvendomi dal mio peccato!
Il mestiere dell’Urbanista
Molti lavori, un mestiere
I lavori che oggi fa l’urbanista sono molti. Parecchi dei nostri laureati lavorano nelle pubbliche amministrazioni: ma molti anche negli studi professionali, nelle aziende che si occupano di ambiente o di trasporti o di iniziative commerciali, qualcuno nelle agenzie immobiliari. E qualcuno anche nella scuola e nell’università. I lavori sono molti. Ma esiste un mestiere dell’urbanista, del planner. Esiste una riconoscibilità di questa figura professionale, un ruolo sociale peculiare – che non è né dell’architetto né del manager, né dell’ingegnere né del sociologo, né del giurista né del geografo, né dell’economista né del geologo, né del naturalista né dello storico – benché di tutti questi saperi e mestieri l’urbanista abbia certamente bisogno. Esiste un mestiere dell’urbanista: questa è la tesi che mi propongo di argomentare.
(...)
Io credo che in questa situazione all’urbanista spetti, più che mai,più di quando
la politica era lungimirante, il compito di rappresentare gli interessi generali e gli interessi del futuro: gli interessi di tutte le cittadine e i cittadini in quanto tali, in quanto abitanti e utilizzatori del “bene comune città”. Quelli di oggi, e quelli di domani, che nessun gruppo sociale e nessuna istituzione rappresenta, e a cui è destinato il Pianeta Terra che noi lasceremo ai nostri posteri.
(...)
“Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan. - Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell’arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che m’importa. Polo risponde: - Senza pietre non c’è arco”. L’urbanista si occupa dell’arco, l’architetto delle pietre. L’architetto progetta singoli oggetti, e definisce le regole secondo le quali essi devono essere costruiti. L’urbanista si occupa di definire le regole secondo le quali essi devono essere composti perché raggiungano, nel loro insieme, un’armonia e una funzionalità complessive. L’architetto disegna la casa dell’uomo, l’urbanista la casa della società.
(...)
Territorio, società economia. Questa sono le tre coordinate del mestiere
dell’urbanista. La prima, la principale, è essa stessa all’incrocio di diverse storie, di diverse dimensioni. Come muoversi in questa mappa? Credo che sia essenziale avere consapevolezza della dimensione etica del lavoro dell’urbanista. E credo che la stella polare che può orientarci (riprendo le cose che aveva detto con molta forza il professor Patassini) è l’interesse comune. Attenti alle parole. Comune non è individuale, ma è l’interesse individuale ha nella soddisfazione dell’interesse comune la cornice necessaria. Comune non è pubblico, ma spesso è pubblico lo strumento necessario per soddisfare un interesse comune. Comune significa interesse di una comunità di cittadine e cittadini. Una comunità riconoscibile, dotata di identità, caratterizzata dal senso di appartenenza dei suoi membri. Ma una comunità aperta, che riconosce nello scambio con le altre comunità il motore del suo sviluppo: quello vero, lo sviluppo dell’essere e non dell’avere.

domenica 4 febbraio 2007

4 Febbraio 2007, 29a Giornata della Vita

Oggi ricorre la 29a Giornata della Vita, e il titolo del Messaggio che la CEI ha scelto quest'anno è stato "Amare e desiderare la Vita". Una giornata per ricordare a tutti noi, cattolici, laici, atei o di qualunquer altra confessione religiosa siamo, l'importanza del valore e del senso della vita, di ogni vita, perchè "l'inviolabilità della vita è l'unico, irrinunciabile principio da cui partire per garantire a tutti giustizia, uguaglianza e pace". In un tempo come il nostro in cui tutto sembra inconsistente, quasi senza senso o significato, in cui ciò che si dovrebbe dare per certo, scontato, naturalmente acquisito, diventa invece susettibile di interpretazione, è importante fermarsi un'attimo a riflettere su quanto l'esistenza di ogni persona sia oggi messa in discussione, svilita, offesa, dal bambino soldato o sfruttato in una fabbrica del Sud del mondo, a quello non ancora nato ma già vita, dal giovane senza sogni e speranze, all'anziano che vive la propria maturità come peso insostenibile e di cui vorrebbe presto disfarsi.
Dobbiamo invece ricordare tutti che la Vita Vale, e va amata in ogni sua forma e tempo.

"
Non si può non amare la vita: è il primo e il più prezioso bene per ogni essere umano. Dall'amore scaturisce la vita e la vita desidera e chiede amore. Per questo la vita umana può e deve essere donata, per amore, e nel dono trova la pienezza del suo significato, mai può essere disprezzata e tanto meno distrutta."
Vi lascio con un testo non propriamente di dottrina cattolica, ma che può aiutarci tutti a riflettere con serietà alla vita che ci aspetta, la nostra e quella degli altri
.

Cosa succede
che succede in giro
chi vede bianco chi vede nero…
Che cosa conta che cosa è vero?
Mi han detto che per tenere alti i consumi
è necessario far morire i fiumi
ho letto che le marche
dei diamanti han provocato
guerre devastanti
… che c'è chi vive nella povertà
fabbricando simboli di povertà
che un brevetto di una medicina
vale più della vita di una bambina
… il commercio è uno strumento di libertà
ma nel rispetto dei diritti e della dignità
della diversità e dell'ambiente
allora forza venite gente
che le speranze non si sono spente
… noi dobbiamo convincerli che la vita vale
una vita soltanto
più di una multinazionale
noi dobbiamo convincerli che
la strada buona è il rispetto totale
dei diritti di una persona
ho saputo che molte banche
coi risparmi delle persone
ci finanziano l'industria bellica
il narcotraffico e la distruzione
vi prego signori… voi che avete il denaro
voi che avete il potere
… che guidate il progresso
… che inquinate le anime le strade
le acque ed i prati
… certe volte non vi sentite male?
… Forza venite gente
noi dobbiamo convincerli che la vita vale.

La Vita Vale, Jovanotti - Il Quinto Mondo


giovedì 1 febbraio 2007

La metà di niente…

Il giorno dopo la geniale quanto brillante ed efficace bastonata inferta da una donna stanca ad un uomo potente e pieno di sé, i giornali sono pieni di commenti ironici, sferzanti e irriverenti e fanno di un caso da soap opera berlusconiana, il pretesto per analizzare il comportamento di un uomo riflettendolo su tutto il genere maschile, e quello rabbioso di una donna indignita elevato a modello di riscatto umano del genere femminile. Personalmente mi ha fatto riflettere l’idea di una donna, che dopo aver espresso la propria collerica indignazione per l’ennesima caduta di stile di un marito così presuntuoso e ignaro del senso del limite al punto di dimenticare il proprio ruolo sociale e politico, nonchè il rispetto che si deve alla propria moglie, si domanda se la sua identità vale quanto la metà di niente... Quanto può valere la metà di niente? E se il niente fosse la persona che ha accanto? Da un po’ di tempo mi interrogo su quanto i progetti e le cose abbiano la priorità sulle persone, su quanto il tempo e le energie che necessitano per realizzarli divengano il pretesto o l’alibi per giustificare disattenzioni, cadute di stile, poca considerazione e rispetto verso chi ci è più vicino e ci conosce meglio, e che in un modo o nell’altro subisce più o meno consapevolmente e volontariamente più il frutto delle nostre giornate storte e dei nostri malumori, che dei nostri entusiasmi. Mi domando se la tendenza a giustificare comportamenti che riteniamo abbiano leso il nostro amor proprio, la nostra dignità di persona, sia una prerogativa più femminile che maschile, e se l’intensità e la fermezza della rabbia che ad un certo punto prevarica il dolore dell’offesa, sia tale solo in chi è stato per troppo tempo remissivo e paziente, e quindi più vicina alla collera femminile che all’orgoglio maschile.
Non credo di essere quel tipo di donna remissiva, che silenziosamente per devozione e per quieto vivere lascia correre facilmente gesti, parole o situazioni che la indispettiscono e talvolta la feriscono profondamente, e forse non credo ne esistano poi ancora così tante…eppure spesso mi domando anch’io se debba considerarmi la
metà di niente…non perché ritengo sia niente chi ho accanto, ma piuttosto perché mi sento una metà inconsistente, che scalpita e urla per riscattare il tutto che le spetta di diritto!
La metà di tutto ciò che vive, pensa, sente chi ha scelto di avere al proprio fianco, la metà di tutto ciò che il proprio compagno desidera, sogna e spera per se stesso, la metà di tutto il tempo, la volontà il desiderio che il proprio uomo decide di spendere e trasmettere… la metà di tutto ciò che l’altra persona ha ed è disposto a dare, essere e vivere per chi ama.
…è forse pretendere troppo?

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